Covid-19 e concorsi pubblici
Prove digitalizzate e dislocate sui territori
Prove digitalizzate e dislocate sui territori
A causa dell’emergenza sanitaria legata al Coronavirus, “abbiamo predisposto una norma che preveda un dislocamento delle prove” concorsuali sul territorio. Lo ha dichiarato il ministro per la Pubblica amministrazione, Fabiana Dadone, come riporta il sito funzionepubblica.gov.it riprendendo un intervento pubblicato dal ministro sulla propria pagina Facebook, così dalla stessa Dadone introdotto:
Velocizzazione e digitalizzazione delle procedure, tempi rapidi di selezione e nuove competenze trasversali meglio inserite là dove c’è più bisogno. Il cambiamento impone ritmi precisi e la pubblica amministrazione ha l’obbligo di essere volano del rilancio dell’Italia con il suo capitale più grande: le persone.
“Con la necessità di distanziamento sociale è impensabile ripartire con le grandi prove preselettive all’interno dello stesso edificio”, per cui le prove saranno svolte prevedendo l’ingresso separato di piccoli gruppi e si sta pensando anche “di introdurre le modalità informatiche per lo svolgimento di tutte le prove, non sono la preselettiva”.
Tramite il supporto informatico quindi si avrà anche una maggiore “velocità nella correzione delle prove scritte”, ha proseguito il ministro, spiegando che si vogliono ridurre i tempi di svolgimento dei concorsi fino all’emissione dei risultati dagli attuali 18 mesi a 8. L’obiettivo è “velocizzare, semplificando e senza banalizzare” i concorsi pubblici.
Non occorrono sbarramenti iniziali nei bandi, quali limiti d’età o voti di laurea, ma piuttosto occorre far valere nel punteggio finale anche competenze “nuove”. Si tratta delle cosiddette “soft skill”, capacità “trasversali” alle diverse discipline, che non si acquisiscono semplicemente sui libri di testo, ma con le esperienze di vita: “vorrei che nei futuri bandi, a parità di condizione tra due candidati, nel corso della prova orale, si valutasse anche la capacità di lavorare in gruppo, di adattarsi, di gestire lo stress” e se il candidato “è una persona che ha il senso dello Stato, se tiene al bene comune”, conclude Dadone.