Migrazione al cloud, modelli per l’implementazione di servizi pubblici digitali, accelerazione per l’identità digitale (SPID/CIE), rafforzamento del sistema di pagamento pagoPA-AppIO: sono queste alcune delle misure destinate alla digitalizzazione dei comuni italiani e previste dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR). Circa tre miliardi di euro messi a disposizione dal Dipartimento per la trasformazione digitale della Presidenza del Consiglio dei ministri attraverso la piattaforma PA digitale 2026.
In questi mesi abbiamo tentato di avviare una nuova stagione nel rapporto con le istituzioni locali, un approccio diverso, basato su due principi chiave: semplicità e vicinanza. I comuni sono infatti le istituzioni più vicine alle esigenze dei cittadini, e proprio per questo motivo devono essere considerate il punto di partenza per una vera trasformazione digitale della Pubblica Amministrazione.
Si tratta di un concetto noto, rivendicato, che deve essere questa volta accompagnato da azioni che possano realmente sostenere un efficace processo di cambiamento all’interno delle PA locali.
E’ stato essenziale partire costruendo le modalità di accesso alle risorse del PNRR ascoltando i territori, identificando chiaramente le esigenze operative e amministrative.
Grazie al contributo di ANCI sono stati avviati diversi tavoli di lavoro per capire come facilitare e velocizzare il processo di adesione, rendicontazione e implementazione delle misure. Interlocuzioni continue per superare gli ostacoli che in passato hanno rallentato il processo di digitalizzazione.
Con questo spirito, per semplificare e soprattutto snellire il processo di adesione agli avvisi, sono state create le soluzioni standard: i comuni ora non dovranno più scrivere e presentare progetti per ottenere le risorse, ma in base alle loro specifiche esigenze potranno scegliere individualmente la composizione del proprio pacchetto (ad esempio numero servizi e modalità di migrazione al cloud), componendo una lista delle opzioni scelte e ottenendo così un voucher economico definito. Allo stesso tempo l’erogazione delle risorse non richiederà più una onerosa rendicontazione delle spese sostenute, ma si baserà sul raggiungimento di specifici obiettivi legati ai target Pnrr.
Il processo di adesione e rendicontazione sarà gestito interamente online, attraverso la piattaforma padigitale2026.gov.it. Questo portale è stato sviluppato mettendo sempre la semplicità per l’utente finale, in questo caso il rappresentante legale dell’ente o un suo collaboratore, come obiettivo. In questi mesi grazie al contributo di ANCI, sono stati infatti coinvolti, attraverso test di usabilità, numerosi amministratori locali per testare la piattaforma e renderla semplice, immediata ed efficace.
Infine la vicinanza ai territori sarà un elemento chiave per l’implementazione. Abbiamo deciso la costituzione del Transformation Office, e dei suoi team di implementazione territoriale, che avrà il compito di fare da ponte con amministrazioni locali e fornitori IT della PA, con assistenza informativa e tecnica per velocizzare le scelte e l’implementazione per tutti, anche per le amministrazioni più piccole.
Questa nuova struttura, che è parte del Dipartimento per la trasformazione digitale, è suddivisa sulla base di 6 ambiti territoriali: Nord est (Emilia-Romagna, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Trentino-Alto Adige), Nord ovest 1 (Lombardia), Nord ovest 2 (Piemonte, Liguria, Valle D’Aosta), Centro (Lazio, Toscana, Marche, Umbria, Sardegna), Sud ovest (Campania, Calabria, Sicilia) e Sud est (Puglia, Basilicata, Abruzzo, Molise). Entro fine 2022 il Transformation Office sarà composto da 280 esperti, e proprio in questi giorni siamo al lavoro per la selezione dei primi 80.
Se il digitale può permettere di semplificare il rapporto tra cittadini e PA, questo non vuol dire che il processo di digitalizzazione sia qualcosa di semplice. Richiede non solo la ridefinizione dei processi interni degli enti, ma anche l’avvio di una nuova stagione nel rapporto con le istituzioni centrali. Questo è il nostro ambizioso obiettivo, per far sì che grazie al Pnrr si sviluppi un metodo di lavoro più agile e condiviso, che possa divenire una nuova caratteristica distintiva per la Pubblica Amministrazione italiana.
Vittorio Colao, Ministro per l’innovazione tecnologica e la transizione digitale