Per i sindaci italiani il 5 settembre è un giorno di dolore e di memoria. Sono passati dodici anni ma per noi il ricordo di Angelo Vassallo è vivo come il primo giorno dopo il gesto criminale che lo strappò ai suoi cari e alla gente di Pollica. Ricordo ancora la forza di quella comunità, che insieme a noi sindaci nel 2019 sfilò tra le vie del paese per chiedere giustizia e verità.
Quel giorno firmammo un manifesto che ci impegnava nella difesa della bellezza e della legalità. Perché l’assassino di un sindaco, oltre che una ferita profonda ai suoi affetti e alla sua gente, è una ferita inferta all’intero Paese e ai suoi rappresentanti.
Tutti i momenti della vita di Angelo contribuiscono a rendere forte il ricordo e il rimpianto: il suo lavoro quotidiano di sindaco, il suo impegno al servizio della comunità e del territorio, la sua strenua difesa della legalità contro le infiltrazioni camorristiche, la sua passione per la bellezza e l’unicità dell’ambiente del Parco naturale del Cilento.
A distanza di anni, Angelo Vassallo rimane per noi un modello e un punto di riferimento, come lo è stato per tutti i cittadini italiani e per le istituzioni anche internazionali. Purtroppo, la sua morte per mano criminale rimane anche un triste esempio di cattiva giustizia. Tanti anni sono trascorsi e ancora gli esecutori e i mandanti del delitto non hanno un nome, nonostante la matrice camorristica dell’omicidio sia stata chiara a tutti fin dal primo istante.
Oggi ci sono delle persone indagate ma nel giorno dedicato alla sua memoria, noi sindaci torniamo a chiedere ancora con più forza che sia fatta verità e giustizia. Anche per questo l’ANCI chiederà di costituirsi parte civile nel processo.