A seguito dell’audizione dell’ANCI del 19 aprile 2023, presso le Commissioni congiunte Bilancio di Senato e Camera sul documento di economia e finanza 2023, pubblichiamo il documento presentato in audizione, elaborato in collaborazione con IFEL, e il comunicato ANCI:
Il Def “rappresenta un quadro generale di opportunità e di rischi per la nostra economia nazionale” che “desta preoccupazione per la tenuta del sistema finanziario locale soprattutto sulla parte corrente dei bilanci, perché il versante investimenti, tra Pnrr e ripresa degli interventi già dal 2019, segna una dinamica positiva”. Lo ha evidenziato Alessandro Canelli, delegato alla Finanza locale, presidente Ifel e sindaco di Novara, intervenendo davanti alle Commissioni Riunite Bilancio di Camera e Senato per l’esame del Documento di Economia e Finanza. “Gli enti locali – ha sottolineato – sono il settore istituzionale tra i più colpiti dopo un decennio pre-pandemico di tagli forti (oltre 12 miliardi di euro tra riduzioni di risorse e restrizioni da patto di stabilità). La ripresa della contribuzione statale sugli investimenti e su alcuni ambiti della spesa corrente è oggi fortemente minacciata da questo quadro economico complessivo, specie da un aumento prezzi e dei beni e dei servizi che i Comuni erogano ai cittadini”. A pesare, ha spiegato ancora il delegato Anci, sono anche i rincari energetici e gli aumenti dei costi del personale. I Comuni, ha osservato, “sono istituzioni a reddito fisso che dipendono da entrate o da trasferimenti rigidi che sono insensibili alle dinamiche nominali del Pil”.
Canelli si è poi soffermato su tre aspetti contenuti nel documento presentato in audizione. Innanzitutto, la revisione del processo perequativo, su cui ha sottolineato l’importanza della sentenza Corte costituzionale n.71/2023 “che ha messo nero su bianco il principio che la perequazione, secondo la legge delega 42/2009 e l’art.119 comma terzo della Costituzione, deve essere verticale. Questo vuol dire – ha spiegato – che lo Stato deve dare le risorse che consentono di colmare i gap tra capacità fiscali e fabbisogni standard delle funzioni fondamentali delle città e dei Comuni, che prima compensavano con una solidarietà orizzontale. Tuttavia, sul meccanismo di perequazione verticale a risorse vincolate, introdotto negli ultimi due anni – ha aggiunto – bisogna fare un ragionamento di modifica, nel solco della recente sentenza e di altri pronunciamenti della Corte, dando il via ad un sistema perequativo più equo per la finanza pubblica locale dei Comuni”.
Quanto poi alle ricorrenti crisi finanziarie dei Comuni, il delegato alla Finanza locale ha auspicato una revisione complessiva del sistema: “ci sono state forti immissioni di liquidità a favore dei Comuni alle prese con situazioni di dissesto e predissesto ma non bastano, serve una modifica sostanziale dell’impianto normativo, su cui è aperto un tavolo di revisione del Testo unico enti locali che confidiamo si concluda con interventi efficaci”.
Infine, Canelli ha evidenziato alcune anomalie nel funzionamento della piattaforma ReGiS, che dovrebbe contenere tutti i progetti Pnrr e i relativi stati di avanzamento. “Il sistema non funziona bene” e “circa 18mila progetti” in gran parte in capo ai Comuni “non sono stati trasferiti” nel Regis dai ministeri titolari delle misure. Questa carenza falsa le analisi sull’andamento del PNRR e mette in difficoltà in particolare i piccoli Comuni, che non ricevono i fondi necessari a pagare i fornitori”, ha ricordato Canelli.
“La mancata iscrizione nel Regis sta comportando forti tensioni finanziarie perché non vengono pagati i Comuni piccoli che non hanno risorse per pagare i fornitori anticipando risorse proprie”, ha concluso, sottolineando come si tratti di lavori di già fatti “che potrebbero essere considerati anche dalla Ue ma non vengono correttamente contabilizzati perché il Regis non funziona bene” e auspicando che “gli interventi di semplificazione annunciati dalla Ragioneria generale dello Stato abbiano effetto in tempi brevissimi”.