“Do un dato rilevante: il sistema degli enti territoriali e in particolare la rete dei comuni e delle città metropolitane è centrale per l’attuazione del PNRR. Il volano della crescita e dello sviluppo del nostro Paese passa necessariamente da qua, è inutile che ci giriamo intorno”. E’ quanto dichiara il Ministro per la Pubblica Amministrazione, Paolo Zangrillo intervistato nella sessione pomeridiana dei lavori. “Degli oltre 191 mld di risorse messe a disposizione dal PNRR circa 40 mld sono destinati a progetti che sono e saranno attuati dai comuni – ricorda Il Ministro – Una rete vasta, capillare, ricca di professionalità e competenze che spesso si è trovata schiacciata tra l’incudine e il martello di misure economiche e finanziarie pensate dal centro invece che dalle periferie. La grande opportunità del PNRR sta tutta qui: dare centralità ai comuni, alle realtà locali, alla misura d’uomo che essi rappresentano”.
Il Ministro ha poi illustrato i progetti messi in campo della funzione pubblica che puntano alla digitalizzazione, semplificazione, innovazione tecnologica passando per la tutela del paesaggio rurale, lo sviluppo dei parchi e giardini storici, il rafforzamento della mobilità dolce e del trasporto pubblico, la messa in sicurezza e la riqualificazione energetica degli edifici scolastici, il potenziamento degli asili e delle infrastrutture sportive, il social housing e la rigenerazione urbana per città e territori al servizio sempre dei cittadini.
“Le misure prevedono modifiche per i Segretari comunali, la stabilizzazione del personale degli enti locali, la nuova disciplina sui concorsi pubblici, la valorizzazione del merito e del capitale umano. “Un aspetto fondamentale è dettato – spiega il Ministro – dalla “competitività professionale” ovvero la capacità di garantire al tempo stesso contenuti di lavoro qualificanti, percorsi di crescita individuale e di accrescimento nel tempo delle competenze e delle capacità”.
“L’obiettivo assegnato dal PNRR è di reingegnerizzare e digitalizzare 600 procedure entro il 30 giugno 2026, di cui 200 entro il 31 dicembre 2024, ulteriori 50 entro il 30 giugno 2025 – ha chiuso il Ministro – Sul tema della semplificazione, c’è poi un tema strettamente legato che è quello della digitalizzazione. La transizione digitale è uno dei sei pilastri per le strategie di rilancio delle economie europee e il nostro PNRR destina circa il 27% a investimenti in tecnologie, infrastrutture e processi digitali finalizzati a promuovere la competitività del sistema Paese. Tra queste risorse, circa 6,14 miliardi di euro sono destinati in maniera specifica a interventi volti a trasformare la pubblica amministrazione in chiave digitale”.
“Stiamo intervenendo per avvicinare i cittadini alla P.a. attraverso l’identità digitale pubblica. Dalla fine del 2022 noi abbiamo attivato la piattaforma nazionale digitale dati, la piattaforma abilitante che consente a tutte le amministrazioni di essere interoperabili con un concetto molto semplice ‘once only’ per cui il cittadino fornisce alla Pa delle informazioni una volta sola”. A dirlo è stato Alessio Butti, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio per l’innovazione, intervistato dal giornalista del Sole 24 Ore Gianni Trovati, sul tema ‘I Comuni e la frontiera dell’innovazione digitale’’.
“Questo – ha rimarcato – non è il futuro ma è già il presente che stiamo cercando di implementare”. “Non senza difficoltà ovviamente perché dobbiamo affrontare delle resistenze, si fa fatica perché si va a scardinare un elemento burocratico ma stiamo lavorando per accelerare lo scambio dei dati sicuri e in modo semplificato”.
Butti ha indicato alcune priorità dell’azione di governo nel settore digitale: “Vogliamo rafforzare la rete fissa per rendere la connessione il più veloce possibile, mentre per poter sfruttare al meglio le potenzialità del 5G va fatto un lavoro di aggiornamento delle infrastrutture già usate per il 4G”. Infine, bisogna accelerare anche sulla possibilità dei cittadini “di utilizzare i servizi di backup, ma questo – ha concluso – va di pari passo con l’ampliamento massimo della copertura territoriale della rete”.