GENOVA – “Assumersi le responsabilità, chiamare tutti ad assumersi le proprie responsabilità. Questo, e tanto altro, è stato per il nostro Paese Giorgio Napolitano. Il Presidente emerito della Repubblica diede prova dello spirito di servizio nell’arco della sua presidenza, voi lo dimostrate nell’esercizio del vostro mandato. Questo spirito di servizio ci è stato riconosciuto dal Presidente Mattarella, che ancora una volta ci onora con la sua presenza. Lei oggi compie 3186 giorni di servizio nella carica più alta e rappresentativa della Repubblica. L’hanno definita ‘il Presidente dei record’. Ma per me e per i miei colleghi sarà sempre ‘il Presidente dei Sindaci’. Il Presidente che non è mai mancato a una assemblea, e che è arrivato nei Comuni più lontani, nelle nostre scuole, nelle periferie, sui luoghi delle tragedie senza farci mai mancare una parola di conforto”. E’ con questo omaggio ai due ultimi Capi dello Stato che il presidente dell’Anci, Antonio Decaro, ha aperto i lavori della 40esima Assemblea annuale davanti a quasi 3mila amministratori presenti alla Fiera di Genova.
Dopo i saluti istituzionali Decaro ha ripercorso i dodici mesi trascorsi, partendo dalle vicende legate all’attuazione del PNRR, entrato in una fase cruciale, e accennando ai contenuti della manovra finanziaria in via di definizione.
“Questa delle opere pubbliche da realizzare con i fondi del PNRR sembra un duello tra i sindaci e il Governo. Ma così non è. Fin dal primo giorno, per noi sindaci è stata una partita da giocare con la sola maglia dell’Italia”, ha ricordato Decaro accennando alla doccia fredda provata nell’apprendere la volontà di spostare i soldi Ue dai programmi che interessano i comuni (13 miliardi sui 16 complessivi). “Ci siamo sentiti sul banco degli imputati pur sapendo di aver fatto di più e meglio degli altri. Abbiamo chiesto di conoscere se ci fossero progetti in ritardo o non coerenti con le linee guida Ue e, a parte i casi di Firenze e Venezia, non abbiamo avuto risposte. Abbiamo avuto con il Ministro Fitto incontri ‘franchi e cordiali’. Qualche giorno fa, ci siamo confrontati sui Piani Urbani Integrati e alla fine – ha sottolineato – ci sembra che il Governo abbia riconosciuto che i Piani possono continuare a essere finanziati coi fondi Ue”.
La vicenda del PNRR si è poi arricchita di un nuovo capitolo quando “ci hanno detto che se non finiremo in tempo le opere, dovremo pagare delle sanzioni, coprendo con fondi nostri il costo di quanto realizzato, non una norma ispirata proprio ai principi di fiducia reciproca”. Il presidente si è detto certo che i Comuni supereranno questo esame, ma ha detto con chiarezza al ministro Fitto: “Quella norma dovrà valere per tutti gli enti attuatori del PNRR non solo per i Comuni. Il ministro Fitto ha confermato che non sarà così e noi ci fidiamo in attesa di una clausola che lo ribadirà in modo esplicito”.
Ma rischio ci sono anche altre opere pubbliche, come quelle per la rigenerazione urbana o le famose ‘Piccole e medie opere’ per un valore di sei miliardi di euro. Per Decaro si tratta di un tema su cui Anci non arretrerà di un millimetro: “Se insisteranno a togliere la copertura dei fondi PNRR europei a questi progetti, noi non molleremo la presa finché non ci metteranno per iscritto da quali altri fondi prenderanno i soldi per realizzare le opere che abbiamo promesso di realizzare non alle aziende ma ai nostri cittadini. E nessuno provi a fare giochi di prestigio, utilizzando altre risorse che sarebbero comunque destinate ai Comuni”, ha ammonito il presidente ribadendo le richieste Anci sulle anticipazioni di cassa per le imprese che si aggiudicano i lavori, sul pagamento rapido delle spese rendicontate e sull’uso uniforme fino al 2026 della procedura semplificata prevista per l’edilizia scolastica.
Nella sua relazione Decaro ha poi accennato alla Legge Finanziaria e alla crisi sociale diffusa. “Siamo molto preoccupati per le prospettive finanziarie, da dopo la pandemia è diminuita la consapevolezza di quanto sia importante la coesione istituzionale e il coinvolgimento dei Comuni nelle decisioni di finanza pubblica. Ora, con la legge di bilancio appena presentata – ricorda – per la prima volta dopo sette anni si torna a parlare di tagli per i Comuni, con il rischio di tornare a una impostazione restrittiva: 200 milioni sui Comuni e 100 milioni su Province e Città metropolitane tra il 2024 e il 2025; mentre mancano le risorse per sterilizzare gli effetti della perequazione. Tutte queste misure rischiano di mettere in crisi equilibri di bilancio, soprattutto dei comuni finanziariamente più deboli e di impoverire i servizi locali. Lo diciamo non nell’interesse nostro ma della tenuta complessiva del Paese. Perché i Comuni hanno un ruolo essenziale anche per fronteggiare povertà vecchie e nuove”, ha evidenziato il presidente. Che ha auspicato: “Spero che tutta la politica nazionale sia consapevole della tensione che cresce, è necessario che tutti si rendano conto che alcune scelte politiche – come la trasformazione del reddito di cittadinanza e il definanziamento del sostegno agli affitti – si riflettono immediatamente sulla vita delle persone e subito dopo sui servizi sociali comunali”.
Da Decaro anche un cenno alla battaglia di Anci per rimuovere il limite del terzo mandato per i sindaci. “Continuerò a battermi fino all’ultimo giorno per vederci riconosciuto il rispetto che il nostro ruolo merita. Abbiamo chiesto una cosa semplice: rispettare il principio di rappresentanza e di fiducia che ci lega ai nostri concittadini che solo loro, dovrebbero decidere se confermare un bravo sindaco o mandarlo a casa come capita in tutti i sistemi democratici d’Europa. Solo in Italia questo non accade. Ma non sarà che hanno un po’ paura dei sindaci e del nostro rapporto con i cittadini e con questo Paese?”, si è chiesto il presidente Anci.
Ma la 40esima sarà anche l’ultima assemblea da presidente per Decaro che si è rivolto con riconoscenza alla platea di amministratori. “Non esiste parola migliore di insieme per descrivere quanto avvenuto qui in questi anni. Insieme, per davvero, abbiamo combattuto battaglie che sembravano impossibili. Insieme, sembra un paradosso, abbiamo anche litigato. Ma l’abbiamo fatto insieme, appunto, cioè senza mai mettere in dubbio la lealtà e il rispetto degli uni verso gli altri. Insieme abbiamo fatto delle nostre differenze la nostra forza. Ecco perché quella che abbiamo costruito è una vera e propria famiglia”, ha rimarcato. “Ho provato a scegliere, a decidere, a lavorare senza guardare alle distanze, geografiche o politiche, ma pensando sempre e solo a quello che ognuno di voi rappresenta. Ringraziandovi per quello che avete fatto e che fate ogni giorno, voglio indossare la nostra fascia tricolore. Oggi, qui, non voglio essere solo il vostro Presidente, voglio sentirmi, ancora una volta, ancora di più, sindaco tra i sindaci. Sentire insieme a voi, questi tre colori battere sul mio cuore”, ha concluso commosso. Rileggi l’intervento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, l’intervento del presidente del Consiglio Giorgia Meloni, i saluti del sindaco di Genova Marco Bucci e del presidente della Regione Luguria e il saluto del senatore a vita Renzo Piano.