Boccia
Il ministro chiude gli Stati generali della montagna
Il ministro chiude gli Stati generali della montagna
Il Recovery fund come occasione per ripopolare e far ripartire alcune aree del Paese, come quelle montane o interne e quindi più svantaggiate, partendo da settori chiave come la sanità, i trasporti, la scuola e la digitalizzazione. Perchè “i diritti universali vengono prima dei vincoli di bilancio”. Agli Stati Generali della Montagna, che si sono chiusi a Roccaraso, in Abruzzo, il ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia ha delineato la sua idea di Italia, partendo dai fondi europei.
“L’emergenza Covid-19 – ha detto il ministro Boccia – ci ha chiarito ancora una volta che alcuni diritti universali non sono negoziabili ma vengono prima dei vincoli di bilancio e lo Stato deve garantirli a tutti: salute e scuola su tutti. Reti, fibra, scuola, trasporti, punti nascita in montagna o nelle aree interne, non possono essere condizionati da un vincolo di bilancio o da un algoritmo. Tocca poi allo Stato garantire i livelli essenziali delle prestazioni e la classe politica ha il dovere di trovare le risorse ma tutelando sempre prioritariamente quelle per garantire i diritti universali”.
Un indirizzo che ha trovato d’accordo il ministro per il Sud e la coesione territoriale Giuseppe Provenzano: “Per costruire comunità dobbiamo perseguire l’obiettivo di colmare i divari territoriali, di cittadinanza e digitali. Lo faremo specialmente per le aree interne, rurali e montane”.
Per Boccia non possono esistere comuni senza ambulanza: “Resta ferma per settimane come dice qualcuno? Pazienza, va bene così – rincara – Questo vuol dire investire in prevenzione; prevenzione territoriale che deve essere pubblica e capillare. E’ il principio che abbiamo toccato con mano con le terapie intensive durante l’emergenza Covid-19”. E sulla digitalizzazione: “Abbiamo il dovere di completare in tempi brevi e certi il piano di copertura nazionale con la banda larga garantendo l’accesso veloce alla rete soprattutto ai comuni logisticamente svantaggiati”, ha spiegato.
Così come è necessario che i trasporti non penalizzino quelle aree e che “non vengano chiusi plessi di una scuola in un’area interna perché manca uno studente. Se necessario si cambia l’algoritmo, ma la scuola resta aperta”.
“Il Recovery Fund – ha aggiunto – ci mette a disposizione risorse che devono ridurre le diseguaglianze, tocca a noi decidere da dove partire con le infrastrutture, con la banda ultra larga, con gli investimenti: le aree interne, le aree di montagna, le valli, le aree a rischio spopolamento al nord come al sud sono la priorità; così come tutto il mezzogiorno rispetto alle aree più sviluppate.