“Credo che i sindaci debbano andare oltre la programmazione urbanistica e la semplice rigenerazione urbana. La vera sfida da vincere passa dalla capacità di mettere insieme interventi che riguardano l’hardware delle nostre città – le infrastrutture – ma anche il software con interventi trasversali che sappiano valorizzare le identità dei singoli territori”. Questa l’opinione espressa dal sindaco di Napoli Gaetano Manfredi, intervistato dal giornalista del Sole 24 Ore Gianni Trovati insieme al suo collega di Milano Beppe Sala.
Il sindaco partenopeo, citando ad esempio la situazione del quartiere di San Giovanni a Teduccio, ha ricordato come in quella zona, “fortemente interessata da deindustrializzazione e disoccupazione, non ci stiamo limitando ad interventi strutturali, ma stiamo cercando di investire nel sociale e sullo sviluppo della rete Internet”. Per Manfredi, in poche parole, la vera chiave di volta è “l’interconnessione degli interventi, una direzione peraltro indicata come prioritaria dallo stesso Pnrr”.
In merito, invece, alla questione della sicurezza urbana, Manfredi ha precisato che non bisogna intervenire in modo frammentario e disorganico. “Le risposte passano da tanti temi, come ad esempio la qualità dell’abitare, l’assistenza sociale con i nuovi bisogni aumentati dopo la pandemia. Non ci si può limitare alla richiesta di più agenti a pattugliare le strade”.
“Il Pnrr è importante ma è una quota degli investimenti che si fanno, perché il mondo privato fa tanto”. Così il sindaco di Milano Beppe Sala che sulla rigenerazione urbana specifica “bisogna fare l’esercizio di andare oltre le periferie perché non c’è più un centro e le periferie, anzi. L’importante – sottolinea il sindaco di Milano – è trovare un modo per dare ad ogni quartiere quello che serve: sport, scuole, verde pubblico, servizi sociali”.
In tema di sicurezza, per Sala è un problema sul quale è importante il confronto. “La percezione della sicurezza è cambiata nel tempo e il mood è il disagio sociale” che va al di là e al contempo ingloba diverse paure. Bisogna iniziare a pensare a trecentosessanta gradi “perché – ha sottolineato – non basta ormai dare uno spazio dove stare ma serve anche un supporto psicologico e sanitario”.