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Sala: “Migliorare il trasporto pubblico per elevare la qualità della vita delle persone”
Sala: “Migliorare il trasporto pubblico per elevare la qualità della vita delle persone”
“Milano ha sempre lavorato per migliorare se stessa, perciò ci battiamo con realismo per ridurre le emissioni entro il 2050. Migliorare il trasporto pubblico significa, ad esempio, elevare la qualità della vita delle persone. Un altro obiettivo importante è favorire la creazione di nuove imprese, operazione che dipende anche da un trasporto pubblico efficiente e sostenibile. Entro il 2030 dobbiamo prolungare la metropolitana e portarla a 200 km complessivi, poi incrementeremo le zone a 30Km all’ora e le ZTL. In altre parole, miriamo ad attivare mezzi di trasporto più “dolci”, incentivando anche gli abbonamenti da parte dei cittadini/utenti. Quanto al Pnrr investiremo circa 500mln. E siamo certi che i ritorni saranno superiori ai costi”. Così Beppe Sala, sindaco di Milano, delineando le linee d’intervento della città nel progettare gli assetti urbani futuri anche attraverso l’impiego delle risorse del Pnrr.
Anche per Napoli il tema dei trasporti e la loro qualità è strategico. “Dobbiamo massimizzare gli investimenti che abbiano una ricaduta sociale. Le città metropolitane sono una grande palestra in tal senso a causa dei grandi flussi di spostamento che muovono dalle periferie verso il centro”. Questa la fotografia scattata dal sindaco Gaetano Manfredi sulla realtà della mobilità urbana napoletana e aggiunge “per questo, qui a Napoli, stiamo puntando molto sulla qualità dei trasporti, soprattutto in termini d’interoperabilità dei diversi servizi che vogliamo sempre più interconnessi”.
“Un altro tema importante – ha continuato Manfredi – è l’integrazione delle linee della mobilità (gomma, ferro, sotterranea) e delle strategie generali di trasporto. Soltanto così si migliora concretamente la qualità del servizio reale ai cittadini”. A questo scopo, il sindaco di Napoli rimarca la necessità di “ripensare i meccanismi decisionali delle scelte di mobilità operate dalle amministrazioni locali. A volte, purtroppo, i sindaci non hanno piena conoscenza dei bisogni concreti delle persone, specialmente degli abitanti dell’area metropolitana. Così, adottano misure non perfettamente calibrate con le esigenze effettive della società civile”.
Collegandosi alle tematiche sviluppate dal sindaco di Milano, Matteo Celebron, vicesindaco di Vicenza con deleghe a Mobilità, Trasporti e Lavori Pubblici ricorda che “Vicenza è città di medie dimensioni, circa 110mila abitanti che raggiungono i 180mila con l’area urbana, nel cuore della pianura Padana. Questi semplici dati collocano già Vicenza nello scenario assai problematico di un’area con la più forte domanda di mobilità del Paese e, contemporaneamente, n i più elevati livelli di inquinamento dell’aria dell’intera Europa”.
“La sfida della sostenibilità declinata alla mobilità e ai trasporti – spiega – assume in queste aree caratteristiche di un’attesa e, al tempo stesso, di un obiettivo sfidante: per le Amministrazioni locali, per i governi regionali, per il governo nazionale e, non per ultimo, per le stesse popolazioni e sistema delle imprese. Vicenza conta ad oggi 60 km di piste e percorsi ciclabili, con una media di circa 0,6 metri per abitante, in linea con le migliori performance nazionali. Nel contempo – (dati PUMS 2022) – gli spostamenti in ambito urbano hanno una media di 4 km e avvengono…. per oltre l’80% in auto. Le risorse disponibili dal PNRR indicano l’implementazione della rete ciclabile come obiettivo primario. Bisogna -letteralmente- ricavare spazio all’interno di realtà urbane ancora fortemente orientate all’auto privata e creare quelle condizioni di contorno (commercio di dettaglio, sosta breve, accessibilità, carico scarico merci) necessarie a far accettare un salto di qualità verso una città più ciclabile. Nell’orizzonte di 10 anni Vicenza si pone quale obiettivo un’estensione di circa 40 km ulteriori, anche con modalità “tattiche”, non ancora completamente comprese e sviluppate nelle loro potenzialità. Milano in questo ha fatto scuola, ma le declinazioni nei centri minori – guardo i colleghi amministratori- non è sempre facile”.
Infine, il presidente della Provincia di Imperia Claudio Scajola ricorda che “dalla pandemia è nata la necessità di ritornare sui territori di cui è ricco il nostro Paese. Decine di migliaia di borghi che necessitano di collegamenti e se consideriamo che su 167 mila chilometri di rete viaria in Italia ben 137 mila sono provinciali si intuisce che sì, sono importanti le grandi bretelle di collegamento, l’alta velocità, ecc, ma la sfida per crescere sta proprio sui territori”.
Una partita che ruota attorno al tema risorse e qui Scajola tocca un altro punto nevralgico del dibattito attuale legato alla riforma del Testo Unico degli enti locali e della necessità “riordinare le competenze degli enti locali per bypassare lo squilibrio di competenze attuali”. Leggi gli interventi della mattinata